Titolo: Racconti italiani gotici e fantastici
Autore: AA. VV.
Editore: Black Dog Edizioni
Anno: 2019
Pagine: 340
Prezzo: € 17,00
“«Non pare a lei più naturale il credere che i pensieri e i sentimenti non sieno altra cosa che le infinite e rapidissime combinazioni di atomi infinitamente piccoli, i quali si muovono, s’aggruppano, si sciolgono, si ricompongono, si riposano, si ridestano nelle cellette del cervello? E così vengono facilmente spiegati il sonno, i sogni, la memoria, il rammentarsi improvviso, le bizzarrie della immaginazione, lo svolgersi ordinato del criterio e via, via.»
«E la morte? »
«È la putrefazione della materia del pensiero: la putrefazione dell’anima.»”
Prima uscita per la neo casa editrice “Black Dog Edizioni”, di cui vi avevo già parlato tempo fa in questa intervista. L’editore ligure, con la precisa dichiarazione d’intenti di dedicarsi completamente alla letteratura fantastica, non poteva non iniziare la propria avventura con una raccolta di racconti che recupera il meglio del gotico e del fantastico italiano. Curata dalla nostra vecchia conoscenza Dario Pontuale, “Racconti italiani gotici e fantastici” è la prima di una serie di tre antologie che intendono pescare a piene mani nell’Ottocento e nel primo Novecento italiano, facendoci scoprire il lato più oscuro e meno conosciuto di alcuni tra i più amati autori classici del nostro Paese. Così, in questo primo volume, accanto a nomi meno noti ma non per questo meno degni di riscoperta, come Emilio De Marchi, Federigo Verdinois o Remigio Zena, troviamo autentici mostri sacri della letteratura italiana come Italo Svevo, i fratelli Boito o Igino Ugo Tarchetti.
Con il sottotitolo “Esperimenti“, la prima raccolta della trilogia raccoglie testi fantastici caratterizzati da un profondo legame con la scienza, che nella maggior parte dei casi si tramuta in fantascienza. I tredici racconti qui racchiusi si propongono di indagare, mediante appunto la connotazione fantastica e gotica di cui sono intrise trame e ambientazioni, il rapporto distorto e malato che l’uomo da sempre ha verso le scoperte scientifiche. Un legame deformato che porta alla violazione delle leggi della natura e a una disumanizzazione dai contorni catastrofici. Non meno importante poi, l’eterna dicotomia tra fede e scienza, in una lotta che trova proprio in questi racconti alcuni tra gli episodi più agghiaccianti.
Accanto a singolari malattie, come quella che assilla il disgraziato protagonista di “Macchia grigia” di Camillo Boito, originalissima storia di rimorso e vendetta, troviamo cure scientifiche a malattie dell’animo, come ci illustra Luigi Capuana ne “Il dottor Cymbalus“, in cui le teorie scientifiche vengono appunto applicate come terapia dell’anima, con esiti pericolosi e degradanti. Dello stesso Capuana, particolarmente interessante è la versione che l’autore siciliano dà di uno dei più famosi mostri di tutti i tempi. Parliamo del vampiro, qui declinato in una dimensione quasi metafisica, con una rilettura dai tratti insoliti e ammalianti. Non mancano però anche le classiche ghost stories, rappresentate degnamente da “Un osso di morto” di Igino Ugo Tarchetti e da “Le due mogli” di Federigo Verdinois: quasi ironica la prima, con un tocco di leggerezza che stempera la tensione, soffocante e commovente la seconda.
Menzione a parte meritano poi due piccoli capolavori, che mi hanno affascinato e avvolto nel loro manto oscuro. “La lettera U (Manoscritto d’un pazzo)” di Igino Ugo Tarchetti è una vera e propria discesa nella follia della mente umana, in cui l’ossessione per la lettera U condiziona l’intera esistenza del protagonista. Un’idea di base assolutamente originale, sviluppata in forma di confessione, che non può non tenere incollati fino all’ultima riga. Differente ma ugualmente ammaliante e carico di un particolare senso di mistero è “Confessione postuma” di Remigio Zena. Qui ci addentriamo nei territori della fede, in un racconto claustrofobico ed enigmatico. Magistrale la costruzione dell’ambientazione gotica: sembra infatti quasi di seguire davvero il protagonista tra vicoli oscuri e stradine tortuose. Da leggere assolutamente di notte, con la sola luce della lampada a illuminare le pagine.
Il primo volume dei “Racconti italiani gotici e fantastici” è uno scrigno di piacevolissime sorprese, che ci insegna a guardare sotto una nuova luce alcuni tra i maggiori autori italiani a cavallo tra Ottocento e Novecento e a scoprirne altri immeritatamente dimenticati.
Da ricordare infine le stupende illustrazioni di Alex Raso, che impreziosiscono ulteriormente il libro. Non ci resta quindi che attendere con trepidazione i prossimi due tomi, dai suggestivi sottotitoli “Ombre” e “Oltremondi“!
Voto: 4/5
Mr. P.