Titolo: Musica dalla spiaggia del paradiso
Autore: John Ajvide Lindqvist
Editore: Marsilio
Anno: 2015
Pagine: 426
Prezzo: € 18,50
“È dai difetti che si capisce una persona. Possiamo farci un’idea osservandone le caratteristiche, buone o cattive. Tutto quello che si vede in superficie. Ma se vogliamo davvero capire chi sia, dobbiamo addentrarci nell’oscurità e conoscere i suoi difetti. La rotella mancante definisce l’ingranaggio. Un quadro si giudica dalla pennellata sbagliata, mentre l’accordo dissonante fa a pezzi una canzone. Oppure la rende interessante. È l’altra faccia della medaglia.”
Considerato da molti l’erede europeo di Stephen King, John Ajvide Lindqvist si è sempre contraddistinto per una concezione dell’orrore in chiave moderna, rielaborando in maniera originale e personalissima alcuni stilemi dell’horror più classico. Pensiamo ad esempio al vampiro, reinventato in modo magistrale in quel capolavoro che è “Lasciami entrare”, oppure agli zombie, svecchiati e rinnovati ne “L’estate dei morti viventi” o ancora pescando a piene mani nella ghost story con “Il porto degli spiriti”.
“Musica dalla spiaggia del paradiso“, sesta opera dell’autore svedese, lascia invece da parte creature mostruose e terrori ancestrali per addentrarsi con maggior profondità nei meandri della psiche e della coscienza umana, miscelando elementi soprannaturali con allucinazioni e stati di alterazione mentale.
Fin dalla prima pagina ci troviamo catapultati nel centro della narrazione, che prende il via quando un gruppo di turisti, nel bel mezzo delle vacanze trascorse in un campeggio nei pressi di Stoccolma, scoprono che ogni cosa intorno a loro è sparita. O meglio, restano soltanto le loro roulotte, circondate da un’immensa landa, ricoperta da un prato verde tagliato alla perfezione e sovrastata da un cielo di un blu uniforme, senza sole e senza nuvole. Dopo un primo momento di spaesamento, il panico inizia a serpeggiare tra i protagonisti, accorgendosi ben presto di non essere soli. Misteriose figure bianche, prive di lineamenti, si aggirano inquiete intorno al campo, richiamando l’attenzione degli sfortunati campeggiatori. Proprio queste sagome diventano il fulcro dell’universo psicologico costruito da Lindqvist: c’è chi, scrutandoli, vede il padre defunto, chi un commesso viaggiatore, chi invece una tigre nera e chi addirittura l’attore Jimmie Stewart. Il passato, portando con sé il proprio carico di colpe e di inganni, torna a ghermire con i suoi artigli affilati i dieci dispersi, lasciandoli atterriti, confusi e spaventati.
Si alternano così alla narrazione delle vicende presenti, corposi e affascinanti flashback sulle precedenti vite dei protagonisti. Unico collante della follia che imperversa nel campeggio, le note suadenti che fuoriescono dalle casse dalle autoradio: un flusso continuo di canzoni svedesi, con il comune denominatore dell’autore Peter Himmelstrand. Man mano che trascorrono le ore, in un pomeriggio perpetuo senza alba né tramonto, l’alienazione e lo squilibrio mentale si fanno strada nelle menti stremate dei villeggianti, tra tentativi di contatto con il mondo reale e fughe improvvisate alla ricerca di una via d’uscita da quell’orrore fatto di erba e cielo azzurro.
Tra i vari personaggi occorre citare Molly, una sinistra bambina dal carattere ambiguo, figlia del calciatore Peter e della modella Isabelle. Lasciata in tenera età dalla madre dentro una galleria buia per parecchie ore, sembra aver sviluppato un legame angoscioso con le figure bianche e l’universo parallelo in cui sono imprigionati.
“Musica dalla spiaggia del paradiso” non è un libro semplice. Si rischia più volte di perdersi nei meandri psicologici creati da Lindqvist, in una sequenza ininterrotta di realtà e finzione. Un’opera che parrebbe lasciare più interrogativi che risposte ma che, se letta con la giusta attenzione, apre lo spiraglio a più di un’interpretazione. Un libro complesso che, senza preamboli, trasporta il lettore in un mondo estraneo, in cui l’autore si diverte a lasciare del non detto, a beneficio della fantasia di chi legge. Un romanzo che trascende i generi e che farà felice chi non si accontenta di una lettura ordinaria, ma cerca un qualcosa di più.
Voto: 4/5
Mr. P.