Immaginate un freddo pomeriggio dicembrino. Sono le cinque, le cinque e mezza forse, e vi state gustando una cioccolata calda con panna, assolutamente meritata, in un bar del centro. E’ ormai da un po’ troppo tempo che siete lì dentro, e decidete quindi di uscire di nuovo ed affrontare il gelo che sempre più sta avanzando. Magari non siete soli, con voi c’è un’amica o, ancora meglio, una persona un po’ più speciale. Pagate il conto, afferrate il cappotto, lo indossate lentamente, pronti ad immergervi tra i passanti che, frettolosi ed infreddoliti, raggiungono le loro mete, qualsiasi esse siano. Guardate a destra, a sinistra, poi in alto. E lì fermate il vostro sguardo. Immaginate di essere a Torino: in questo caso i vostri occhi avrebbero sicuramente indugiato su quelle che ormai, da tradizione, sono chiamate Luci d’Artista.
Le Luci d’Artista sono una famosa manifestazione culturale che si tiene nel capoluogo di provincia piemontese dal 1998: numerose luminarie, vere e proprie opere d’arte, rendono il centro città – ma anche qualche via un po’ più fuori mano! – un luogo speciale e pieno di fascino. Le Luci sono installazioni che non possono passare inosservate, neanche a chi non ama esageratamente il Natale e l’atmosfera che esso crea. Queste opere infatti (nel 2015 siamo giunti alla 18esima edizione, con ben 25 luci) non si attengono strettamente al tema natalizio, ma racchiudono in sè una varietà di soggetti e messaggi davvero disarmante. Anche i “Grinch” della situazione potranno quindi lasciarsi guidare dalla loro bellezza e cogliere l’occasione per una passeggiata serale che diventa un vero e proprio gioco, una sorta di nascondino in cui si devono scovare le molteplici opere in questo museo a cielo aperto che è Torino.
Non è la prima volta che io e Mr. P. ammiriamo le varie installazioni, ma siccome ogni anno non solo sono situate in luoghi differenti della città, cambiando quindi posizione, ma aumentano anche di numero, abbiamo deciso di comune accordo di perderci ancora una volta per le vie e le piazze torinesi, e di portarvi con noi.
Abbiamo iniziato il nostro giro dalla meravigliosa Piazza Vittorio Veneto: forse non tutti sanno che è una delle piazze più grandi d’Europa. Abbiamo quindi attraversato il Ponte Vittorio Emanuele I, direzione Monte dei Cappuccini. Prima, però, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci a rimirare non solo Piazza Vittorio, ma anche la chiesa “simbolo” della città: la Gran Madre.
Terminato il momento d’estasi che questo luogo ci provoca sempre, ci siamo incamminati verso una delle zone un po’ più lontane dal centro in cui poter ammirare le luci. Si tratta di un’installazione posta sulla sommità di una vera e propria collina, il Monte dei Cappuccini. Sfidando il buio – la strada non è granchè illuminata –, la pendenza, il freddo e le nostre ben scarse abilità fisiche, siamo giunti in cima e, lo ammettiamo, lo spettacolo a cui ci siamo trovati di fronte ha ripagato tutta la nostra fatica. Le luminarie sono veramente suggestive ed il piazzale davanti alla Chiesa di Santa Maria al Monte permette di godere di un panorama della città dall’alto. E’ stato un po’ un peccato a causa della nebbia che ricopriva tutto, ma nonostante questo abbiamo trascorso una bella mezz’ora con occhi e bocche spalancati.
“Piccoli spiriti blu” di Rebecca Horn.
Una Torino illuminata e nebbiosa vista dal Monte dei Cappuccini.
Chiesa di Santa Maria al Monte.
Accanto un convento di frati cappuccini ed il Museo Nazionale della Montagna.
Dopo essere scesi dalla collina, abbiamo ri-attraversato il fiume e Piazza Vittorio, fiondandoci nella centralissima Via Po, dove ci attendevano pianeti, lune, stelle dorate, ed un acrobata a governare il tutto.
“Palomar” di Giulio Paolini.
In una traversa di Via Po, precisamente Via Montebello (che, per chi non lo sapesse, è anche la via in cui si trova la Mole Antonelliana!), abbiamo assistito ad una nuova opera, presa in prestito da Salerno. Questa città, infatti, a seguito della popolarità acquisita dall’iniziativa torinese, a partire dal 2006 ha cominciato a proporre una propria edizione delle Luci d’Artista!
“Mosaico” di Enrica Borghi.
Proseguendo sempre per Via Po, in direzione Piazza Castello, abbiamo imboccato una delle vie principali della città: Via Carlo Alberto, illuminata da una serie di palle blu e bianche – probabilmente formate da bottiglie di plastica, ma non ne sono sicurissima. Nell’omonima piazza si trova anche “Cultura = Capitale“, di Alfredo Jaar, opera che, sinceramente, non mi ha mai colpito granchè e a cui non ho mai trovato un senso.
“Palle di neve” di Enrica Borghi.
Dopo aver percorso questa strada quasi fino alla fine siamo sbucati in Piazza Bodoni: una frase dai mille significati sottesi incornicia l’intera piazzetta, lasciandoci a riflettere sulle sfumature dell’amore.
“L’amore non fa rumore” di Domenico Luca Pannoli.
La via più chic ed elegante di Torino, Via Lagrange, ospita invece una serie di alberi di Natale illuminati che non abbiamo mai capito se sono davvero abeti o “vele”, come dice invece il nome dell’opera.
“Vele di Natale” di Vasco Are.
La seconda via più “fashionista” e costosa di Torino, invece, Via Roma, è rischiarata da una serie di costellazioni di colore blu ed oro.
“Planetario” di Carmelo Giammello.
Ed ecco che, super infreddoliti e ormai prossimi all’ibernazione, giungiamo in una delle piazze che amo di più di Torino, e proprio qui c’incantiamo, deliziati. L’atmosfera è davvero magica ed intima, non saprei come altro descriverla. Le foto di sicuro non rendono, proprio per questo motivo v’invito ad andare a vedere con i vostri occhi quanto è bella Piazza San Carlo illuminata in questo modo.
“Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime” di Nicola De Maria.
Insieme alla prossima installazione, che abbiamo faticato non poco a trovare in quanto nascosta in un cortile interno, e ai Piccoli Spiriti Blu del Monte dei Cappuccini, sono le Luci d’Artista che più mi hanno emozionata. Sembra sciocco, ma è così. Si parla pur sempre d’arte.
In Via Alfieri 6, nel Palazzo Valperga Galleani (che abbiamo scoperto essere stato la Storica Sede del Grande Torino dal 1929 al 1962), un altro spettacolo ci ha lasciato senza fiato. Un particolarissimo giardino verticale, un albero illuminato che cambiava colore ogni momento, e, ad un tratto, il cortile stesso si è tinto d’azzurro. Bellissimo.
“Giardino verticale, Giardino Barocco, Come se a Torino ci fosse il mare e La maschera” di Richi Ferrero.
C’è stato un “Ooooh” generale!
Ormai si è fatta sera inoltrata; abbiamo deciso quindi di fermarci per cenare velocemente, e, malgrado alla fine non siamo riusciti a vedere tutte le Luci, direi che comunque, nonostante un freddo agghiacciante, siamo stati in grado di avvistarne un buon 80%. Dopo un momento di pausa, quindi, ci siamo avviati verso Via Pietro Micca, ad osservare una serie di uccelli geometrici un po’ inquietanti.
“Volo su…” di Francesco Casorati.
In una traversa di Via Pietro Micca (Via San Francesco d’Assisi) abbiamo scovato la seconda ed ultima opera presa in prestito dal comune di Salerno: a mio parere migliore rispetto alla precedente!
“Il mito” di Nello Ferrigno.
Sono decisamente segni zodiacali!
Giungiamo infine in Piazza Castello, il cuore della città di Torino. Inutile dirlo, illuminata è stupenda. L’albero di Natale, come ogni anno, è un po’ tamarro, ma noi lo accettiamo lo stesso! 🙂
Piazza Castello ed il suo albero.
Sulla destra c’è anche un maxi calendario dell’avvento/presepe.
Solo più tre Luci ci aspettano. Due le conosciamo già: la prima è una storia che si snoda lungo tutta Via Garibaldi, la seconda un fanciullo (o tanti fanciulli?) che s’illumina ad intermittenza in Via Accademia delle Scienze.
“Luì e l’arte di andare nel bosco” di Luidi Mainolfi.
“Ancora una volta” di Valerio Berruti.
Ultima, ma non certo meno importante – anche perchè è la vera e propria novità di questa edizione 2015 – un’opera che ha anche un significato sociale, in quanto fa riferimento alle grandi migrazioni animali causate dal riscaldamento globale. La troviamo nell’affascinante Galleria Subalpina.
“Migrazione” di Piero Gilardi.
La nostra lunghissima giornata è finita. Siamo stanchi, infreddoliti, ed io non mi sento più le mani dal continuo fotografare. Ma siamo stati ripagati grazie alla magia di Torino e delle sue Luci, e questo, sinceramente, ci basta.
Le Luci d’Artista sono cominciate il 31 ottobre e finiranno il 10 gennaio. Fossi in voi non me le farei scappare!
PS: per vedere le foto in una risoluzione migliore cliccarci sopra.
Mrs. C.