È da un po’ di tempo che ci frullava in testa l’idea di intervistare autori ed editori che ci hanno colpiti e a cui teniamo particolarmente e finalmente oggi è arrivata l’ora di inaugurare la sezione “Interviste” del blog.
Il nostro primo ospite è un autore indipendente, che con i suoi racconti neri ci ha terrorizzati, facendoci trascorrere delle piacevolissime ore di letture. Stiamo parlando di Aaron Scott, all’anagrafe Attillio Abbiezzi, scrittore milanese di storie horror, thriller e noir. La sua prima opera è la raccolta “Racconti Oscuri”, edita nel 2010 dalla Runde Taarn Edizioni, e ripubblicata autonomamente dall’autore nel 2012. Da “La vincitrice”, uno dei sette racconti che compongono l’antologia, è stato tratto un cortometraggio, diretto da Alessandro Concas. Nel 2014 Aaron Scott dà alle stampe la sua seconda opera “Incubi dal nuovo millennio”, in cui ogni storia è ambientata in uno specifico anno dei duemila (più precisamente dal 2001 al 2010) e dove la finzione si miscela con fatti di cronaca nera realmente avvenuti. Sempre nello stesso anno esce la traduzione inglese di “Racconti Oscuri”.
Per chi volesse approfondire la conoscenza dei suoi lavori, potete trovare Aaron Scott su Facebook e sul suo sito ufficiale
Ma ora diamo la parola direttamente a lui!
Ciao Attilio e grazie mille per la disponibilità. Partiamo subito con una domanda che sicuramente ti avranno fatto in molti: da cosa deriva la scelta di utilizzare uno pseudonimo? E perché Aaron Scott?
In realtà la scelta dello pseudonimo non è nata da me, ma dalla prima casa editrice che nel 2010 ha pubblicato la prima versione di “Racconti Oscuri” (la Runde Taarn Edizioni). Mi consigliarono di utilizzare uno pseudonimo straniero e mi proposero loro il nome di Aaron Scott. Mi piacque subito e così decisi di tenerlo anche dopo aver concluso la collaborazione con loro.
Altra domanda classica, ma che non può mancare in qualsiasi intervista letteraria che si rispetti: quali sono gli autori che più hanno influenzato la tua scrittura e che sono diventati i tuoi modelli letterari?
La lista sarebbe molto lunga, quindi mi limito a citarti quelli che più di tutti mi hanno fatto innamorare della lettura e in seguito della scrittura. Il mio primo romanzo di un certo spessore letto di mia “iniziativa” (quindi non per “imposizione scolastica”) è stato “It” di King, di cui poi in seguito ho letto tutto ciò che ha scritto. Sembra banale, ma credo sia veramente il Re tra gli autori contemporanei.
Per quanto riguarda la forma del racconto (genere in cui appunto mi sono cimentato come scrittore) posso citarti i miei quattro preferiti: Dino Buzzati, E.A. Poe, Lovecraft e Kafka.
La tua prima raccolta “Racconti oscuri” è uscita inizialmente con la Runde Taarn Edizioni, per poi tornare in una nuova edizione autopubblicata. Come mai hai scelto la via dell’autopubblicazione? E cosa consiglieresti ad un autore esordiente?
Il tutto è nato un po’ per caso. Onestamente non mi considero uno “scrittore” nel senso tecnico del termine, ma uno a cui piace inventare e raccontare storie. I primi racconti che ho scritto non avevo mai pensato di pubblicarli in un libro. Li avevo inseriti in alcuni forum dedicati a racconti brevi e solo dopo aver ricevuto degli ottimi riscontri da parte di chi li aveva letti mi sono deciso a raccoglierne alcuni per proporli a delle case editrici. E qui mi sento di dare il primo consiglio: mai accettare proposte arrivate in poco tempo da case editrici che propongono una pubblicazione a pagamento. Io ne ho ricevute varie e credo che non avessero neanche letto i titoli dei miei racconti. La Runde Taarn invece mi contattò per telefono, spiegando perché i miei racconti erano piaciuti e proponendomi un contratto ragionevole. Accettai e quindi uscì la prima versione di Racconti Oscuri. Purtroppo la casa editrice era piccola e poco dopo fu costretta a chiudere. A quel punto decisi di provare la via del self-publishing: avevo un lavoro già editato e le conoscenze per poter realizzare un e-book (da anni mi occupo di progetti web e sono quindi stato avvantaggiato rispetto a questi aspetti tecnici). Infine avevo il contatto con un ottimo illustratore. Misi assieme il tutto e dopo aver superato lo scoglio burocratico di iscrizione ad Amazon ed Apple Store “Racconti Oscuri” andò on-line con l’aggiunta di 3 nuovi racconti che sarebbero poi apparsi in “Incubi dal Nuovo Millennio”. In seguito ho poi reso disponibile tramite Amazon Create Space anche la versione cartacea del libro. Ad oggi “Racconti Oscuri” ha superato le 1000 copie vendute tra versione digitale e cartacea, ricevendo anche buone recensioni. Scrivo per hobby, per passione, nel tempo libero, con il desiderio di raggiungere sempre più persone e di riuscire a coinvolgerle con le mie storie.
Tornando ai consigli, se posso permettermi di darli, direi di iniziare da 5 passi fondamentali per chi vuole provare la via dell’auto-pubblicazione:
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Scrivete ciò che vi piace e non abbiate fretta. Scrivete la parola FINE solo quando siete soddisfatti di ciò che viene prima.
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Non saltate la fase dell’editing. Se non potete permettervi un editor a pagamento fate comunque leggere la vostra opera a più persone possibile. Pubblicare un lavoro pieno di errori/orrori grammaticali è assolutamente controproducente.
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Non sottovalutate la copertina. E’ la prima cosa che un lettore guarda
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Il vostro libro non si vende da solo. La promozione è fondamentale.
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Evitate di far lasciare recensioni a 5 stelle da amici e parenti. Io in 4 anni ho ricevuto per “Racconti Oscuri” su Amazon 18 recensioni, e non sempre positive. Tutte però sono state una piccola conquista: poter aver un riscontro da un tuo lettore è gratificante nel caso di recensioni positive e utilissimo in caso di recensioni negative. Avere in pochi giorni molte recensioni a 5 stelle da amici e parenti non solo non è utile all’autore, ma rischia di diventare poco credibile.
So che non è mai facile parlare delle proprie opere, ma sapresti indicarci il tuo racconto preferito, sia per quanto riguarda “Racconti oscuri” che “Incubi dal nuovo millennio”, e il perché?
Per “Racconti Oscuri” scelgo “La Donna più vecchia del Mondo”. E’ stato il primo racconto che ho scritto e credo che sia uno di quelli più riusciti dal punto di vista della “Paura” che può suscitare nel senso in cui la intendo io, ovvero come ho scritto nella prefazione:
“…Difficile è, per uno scrittore horror riuscire a creare quel senso di angoscia e di terrore (“la paura”) che nasce durante la lettura e che rimane nel lettore anche dopo aver chiuso il libro. Sto parlando di quel brivido lungo la schiena che ci può assalire quando ci ritroviamo da soli in casa, magari al buio della nostra stanza da letto, ripensando a ciò che abbiamo letto. Se questo accade allora lo scrittore ha raggiunto il suo scopo.”
Ecco, credo che “La donna più Vecchia del Mondo” raggiunga questo obiettivo.
Per quanto riguarda “Incubi dal Nuovo Millennio” scelgo anche qui il primo racconto della Raccolta: “Il Tecnico dei Computer”. Non voglio raccontare nulla per chi non avesse ancora letto il libro, dico solo che in questo racconto c’è tutto il senso che ho voluto dare al libro e che si riassume nella frase “La realtà supera la Fantasia, ma cosa è più terrificante?”
Le copertine delle tue raccolte sono molto curate e d’impatto: puoi dirci a chi ti sei affidato per la realizzazione? E quanto conta per te l’aspetto grafico in un libro?
Ritengo che la copertina di un libro sia fondamentale, soprattutto per autori esordienti. Spesso è la prima cosa che colpisce il lettore alla ricerca del suo libro, sia in una libreria, che in uno store on-line. Non solo la copertina, ma anche l’impaginazione di un libro è fondamentale. Spaziature, rientri, utilizzo di una logica per indicare i dialoghi rendono la lettura più fluida. Al contrario una pessima impaginazione può stancare il lettore.
Per le copertine mi sono per ora sempre affidato a Roberto Martinelli, un illustratore che già aveva realizzato la copertina della primissima versione di Racconti Oscuri commissionata dalla Runde Taarn. Ha uno stile molto particolare e personale che mi ha subito colpito. Gli ho sempre lasciato molta libertà nella creatività: l’unico input è stato quelli di spedirgli i miei racconti lasciando che fosse lui ad ideare il disegno in base a ciò che i racconti gli avevano trasmesso. E ciò che ha fatto mi ha sempre soddisfatto.
“Incubi dal nuovo millennio” ha la particolarità di intrecciare la finzione dell’horror e del soprannaturale con vicende reali di cronaca nera estrapolate dalla storia recente del nostro Paese. Come ti è venuta in mente quest’idea?
In realtà all’inizio i racconti non contenevano questo aspetto. Mia moglie (la mia prima “Beta-Reader”) mi suggerì di cercare un filo conduttore per legare i racconti tra di loro. L’idea mi piaceva, ma non trovavo uno spunto per riuscire a concretizzarla. Poi, all’improvviso, ecco un’idea per un nuovo racconto (“Il Tecnico dei Computer”), dove la storia da me inventata viene letteralmente stravolta da un fatto realmente accaduto. Così ho deciso di inserire in ogni racconto un piccolo riferimento a fatti di cronaca, con l’idea di rimarcare come questa sia veramente il vero orrore e non le storie da me inventate. Avevo dieci racconti così mi sono messo a cercare fatti di cronaca per ogni anno del nuovo millennio fino al 2010: dieci Incubi dal Nuovo Millennio che ho inserito in maniera più o meno esplicita nei dieci racconti del libro.
“Contagio”, tratto da “Incubi dal nuovo millennio”, è un racconto piuttosto forte, che tratta di un tema purtroppo sempre d’attualità come la pedofilia: come è stato scrivere di un male così terribile, considerando che “Contagio” si discosta parecchio dai classici racconti horror e noir a cui siamo abituati?
Ti confesso che non è stato per niente facile. Ho riscritto più volte la parte in cui viene descritta la violenza subita dal bambino: all’inizio l’idea era solo di fare intuire ciò che accadeva, poi però mi sono convinto che il racconto doveva essere fastidioso e che era inutile girarci attorno. Volevo a modo mio denunciare cose che realmente accadono. Mostri e fantasmi non sono nulla rispetto al vero orrore che molti bambini purtroppo devono subire. Non solo, spesso in questi casi le vittime crescendo diventano a loro volta carnefici contagiati dai loro fantasmi del passato.
Questo è quello che ho voluto cercare di trasmettere con “Contagio”.
Dal tuo bel racconto “La vincitrice” è stato tratto l’omonimo cortometraggio: com’è il tuo rapporto con il cinema?
Direi ottimo! La mia passione per l’horror è nata prima al cinema e solo in seguito con la letteratura. Sono cresciuto vedendo e rivedendo all’infinito i primi film di Dario Argento (Profondo Rosso e Suspiria in primis). Ancora oggi quando scelgo un film la mia scelta ricade quasi sempre su un horror. Quello che rende il cinema magico credo sia il fatto di riunire più forme artistiche: l’arte visiva, ma anche quella narrativa per quanto riguarda la trama e quella musicale per le colonne sonore, oltre ovviamente alle capacità di registi e attori. Quando l’alchimia di questi elementi riesce la magia arriva.
Credo che i miei racconti siano molto “cinematografici”: quando scrivo spesso mi immagino le scene come se fossero in un film e il mio stile spesso si avvicina a quello di una sceneggiatura.
Il corto de “La Vincitrice” è stato realizzato da Alessandro Concas, un giovane regista di Cagliari che mi ha contattato dicendo di essere rimasto molto colpito dai miei racconti e chiedendomi il permesso di realizzare un cortometraggio. Ho accettato subito, curioso di vedere cosa sarebbe uscito. Non sapevo cosa aspettarmi e dopo aver visto il prodotto finito sono rimasto davvero entusiasta del risultato. Il corto è girato benissimo, con un’attrice veramente straordinaria (Sabrina Bissiri), che ha ricevuto una menzione come miglior attrice al “CortoDino” Festival del 2012.
Alessandro Concas ha successivamente realizzato due ottime e divertenti Web-Sitcom: “Casa Argumental On Stage” e “I Corti di Gesù di Cagliari”, che consiglio vivamente. C’è anche un progetto più ampio con lui, di cui per ora preferisco non anticipare nulla e che spero possa andare in porto.
Un altro progetto per ora in fase embrionale è con Alessandro Benna, regista torinese che sta lavorando ad una sceneggiatura ispirata a due miei racconti.
Vedere le mie storie prendere vita sullo schermo e riconoscermi nella rappresentazione cinematografica è per me una sensazione fantastica ed una soddisfazione enorme!
Tu sei uno scrittore di short stories (forma narrativa che apprezziamo moltissimo), ma non ti è mai passato per la mente di tentare la stesura di un romanzo?
Come puoi immaginare anche io adoro i racconti brevi. E’ un genere a mio avviso spesso sottovalutato, soprattutto in Italia. Penso venga considerato un po’ un genere di “Serie B”. Credo invece che scrivere racconti di impatto, che riescano a travolgere e coinvolgere il lettore in poche pagine, non sia per niente facile. E’ un genere completamente diverso dal romanzo, ma non per questo inferiore. Per ora mi diverte scrivere questo tipo di storie ed è quello che continuo a fare. Ci sono comunque un paio di storie che ho iniziato a scrivere e che hanno preso via via vita propria: non credo diverranno dei romanzi, ma sicuramente sono storie molto più lunghe di quelle che ho pubblicato fino ad ora. Purtroppo il tempo che posso dedicare alla scrittura non è mai abbastanza. Ci vorrà quindi un po’ di attesa per queste storie più lunghe… hanno molte cose da dire!
Nonostante sia oscurato da romanzi erotici e bestseller alquanto discutibili, il panorama horror contemporaneo è più che mai vivo: potresti consigliarci tre titoli di autori, italiani o stranieri, che ti sono capitati tra le mani recentemente e che ti hanno colpito?
Il panorama horror italiano credo stia vivendo una fase positiva di rinascita. Da poco sono iscritto alla HWA (Horror Writer Association) Italiana, nata dalla prolifica e prestigiosa HWA americana. Il fondatore della sezione italiana è l’autore Alessandro Manzetti (di cui consiglio vivamente la lettura anche sotto lo pseudonimo di Caleb Battiago) che tra l’altro ha da poco vinto anche un Bram Stoker Award, premio di assoluta rilevanza internazionale. Stanno nascendo vari progetti e iniziative che credo potranno aiutare l’horror nostrano a emergere anche all’estero.
Ed ecco i miei “consigli per gli acquisti”.
Eraldo Baldini: uno dei miei autori contemporanei preferiti che non credo abbia bisogno di presentazioni. Il suo genere si avvicina più al noir che all’horror, ma ha scritto anche storie molto inquietanti. Un titolo su tutti da consigliare è “Gotico Rurale”, una raccolta di splendidi racconti in cui atmosfere gotiche e un’ironia del tutto particolare ci accompagnano in una lettura piacevolissima
Samuel Marolla: l’ho scoperto da poco e mi sono innamorato del suo stile e dei suoi libri. Consiglio la lettura della raccolta “La galaverna” e il romanzo breve “Imago Mortis”.
Infine due raccolte di racconti che vale la pena leggere: “Ore Nere”, edita da dbooks contenente storie di vari autori italiani emergenti e “Il Buio Dentro” di Kipple Officina Libraria che contiene oltre a racconti di ottimi autori italiani (Caleb Battiago, Paolo di Orazio e Nicola Lombardi) anche due storie inedite di Richard Laymon.
E per finire non può mancare la classica domanda di rito: quali sono i tuoi progetti per il futuro? Stai lavorando ad una nuova raccolta?
Come detto sto lavorando ad alcune storie lunghe per le quali non ho fretta, saranno loro ad indicarmi via via come procedere.
Attualmente ho scritto alcuni racconti per dei concorsi letterari ed altri sono in lavorazione … sicuramente pubblicherò qualcosa di inedito, ma al momento non ho ancora le idee su come e quando. Anche per pubblicare serve un’ispirazione!
Grazie mille Attilio, è stato un piacere e un onore averti ospite sul nostro blog!
Grazie a voi!! Spero di ritornare presto per parlarti di nuovi progetti!
Un ultimo consiglio a tutti: non abbiate paura di avere paura!
Mr. P.