Titolo: La dimensione oscura
Autore: Nona Fernández
Editore: Gran Vía
Anno: 2018
Pagine: 213
Prezzo: € 16,00
“Apriamo di nuovo questa porta. Al di là troveremo un’altra dimensione. Un mondo da sempre nascosto dal vecchio trucco che vi fa volgere lo sguardo altrove. Un territorio ampio e oscuro che sembra lontano, ma che si trova vicino come l’immagine che lo specchio ci restituisce ogni giorno. State passando dall’altra parte del vetro, direbbe l’intensa voce fuori campo della mia serie preferita. State entrando in una dimensione ai confini della realtà.”
Poche volte mi è capitato di rimanere così spiazzato davanti a un libro. Quando mi sono ritrovato tra le mani “La dimensione oscura” davvero non avevo idea a cosa sarei andato incontro. Romanzo? Saggio? Memoir? L’opera di Nona Fernández è nello stesso tempo tutto questo e nulla di quello che ho elencato. La somma delle parti ha creato qualcosa di unico e straordinario. Un atroce spaccato della storia del Cile ma anche un distillato amaro della vita dell’autrice, tra ricostruzioni autentiche e viaggi nella coscienza. Un libro che genera dolore, anche a chi come me abita a migliaia di chilometri di distanza e nel 1984 era appena nato, e che trascina il lettore in una dimensione alternativa, in cui pallide lame di luce tentano di dare un senso a un buio che attanaglia il cuore.
Protagonista della storia narrata dalla Fernández è il Cile martoriato di Augusto Pinochet degli anni ’70 e ’80, in cui gli oppositori e i detrattori del regime si trasformavano in desaparecidos, tra brutali torture, uccisioni e rapimenti. In mezzo a questo vortice di orrore spunta una data che, nel bene e nel male, contribuirà a cambiare la storia cilena: il 27 agosto 1984. La mattina di quel giorno, uguale a centinaia di altre mattine trascorse in balia della dittatura di Pinochet, Andrés Antonio Valenzuela Morales, che la Fernández chiama “l’uomo delle torture”, si reca negli uffici di “Cauce“, rivista dell’opposizione. Quell’uomo ha soltanto una volontà: parlare, confessando i terribili crimini commessi contro i desaparecidos. Vuole svuotarsi la coscienza, vomitare tutto il proprio disgusto per la sua vita scellerata, che pesa come un macigno sulla sua anima ormai marcita. Un’ammissione che culminerà in un articolo in prima pagina, con una copertina in cui campeggia la foto dell'”uomo delle torture” e la gigantesca scritta “Io aguzzino“. Proprio grazie a quell’articolo l’autrice conoscerà “l’uomo delle torture”, che si tramuterà in una costante all’interno della sua vita, riapparendo più volte a distanza di anni, fino a quando la Fernández immagina di spedirgli una lettera per comunicargli che intende scrivere un libro su di lui. Lui che sciaguratamente rappresenta in modo magistrale “la dimensione oscura”, sorta di limbo parallelo alla realtà, cupo universo fatto di violenza, morte e scomparse. A questo proposito, particolarmente azzeccato e originale diventa il paragone che l’autrice elabora tra la dimensione oscura della dittatura cilena e la serie tv cult degli anni ’60 “Ai confini della realtà“, spettacolo televisivo che riempiva i pomeriggi adolescenziali della scrittrice.
Scavando nel torbido dei fatti di cronaca nera legati al regime dittatoriale cileno, la Fernández inframezza la riproduzione storica degli eventi (a volte infarciti da necessari ma mai invadenti voli di fantasia) con toccanti esperienze personali, in un connubio unico tra finzione, memoir e non-fiction. Così le strazianti storie personali dei desaparecidos e delle loro famiglie, si mischiano all’infanzia dell’autrice, che ha vissuto quegli anni da spettatrice inconsapevole, metabolizzando un dolore che ritorna a galla, prorompente, nella sua esistenza da adulta.
“La dimensione oscura” è un libro sulla sofferenza e sulla perdita ma anche sulla memoria e sulla necessità di ricordare la devastazione del regime di Pinochet. Perché soltanto ricordando si potrà rendere giustizia a chi si è immolato per la libertà, a chi è stato vittima di soprusi e di violenze ma non si è piegato, affrontandole a testa alta. Un libro necessario per chi vuole dare la giusta importanza alle testimonianze del passato ma che nel frattempo lancia uno sguardo speranzoso al futuro.
Voto: 5/5
Mr. P.