Dario Pontuale – Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno

Titolo: Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno

Autore: Dario Pontuale

Editore: Bordeaux Edizioni

Anno: 2012

Pagine: 210

Prezzo: € 14,00

“«Vede, questi sono fallimenti di un istante, costano la fatica di un dito e il prezzo di pochi centimetri di pellicola. Principalmente offrono un riscatto a breve, cosa che la vita rifiuta. Si spendono giorni, mesi, anni in qualcosa che si sbriciola con nulla, che crolla prima di essere eretto. Dopo non c’è più tempo, modo, voglia di riprovare. L’essere umano si affanna fino allo spasimo per costruire qualcosa di duraturo, è innocente e connaturale, sebbene sia la propria condanna. Capisce, dunque, perché cerco di immortalare i fulmini? Provo, con sforzo minimo, a ottenere il massimo risultato catturando l’infinitamente breve, costringendolo all’eternità.». Pausa, facendosi più scuro in volto: «Forse non accadrà mai, ma che importa; quante persone possono sinceramente affermare di aver ottenuto ciò che desideravano dalla vita?».”

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Dario Pontuale è stato una vera e propria rivelazione: dopo aver amato lo splendido “La biblioteca delle idee morte”, ho voluto continuare nella scoperta della sua opera e la scelta è ricaduta su “Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno”. Man mano che mi addentravo nell’affascinante ed ipnotica vicenda narrata, ho ritrovato tutti gli elementi che avevano fatto nascere in me la sincera ammirazione per la scrittura dell’autore romano: l’amore incondizionato per la lettura e la scrittura, le profonde e toccanti riflessioni che ti obbligano a rileggere più volte la stessa frase, perdendoti nella malinconica filosofia di Pontuale e un’attenta e curata costruzione psicologica dei personaggi. “Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno” è un romanzo in cui ci si addentra in punta di piedi, dapprima increduli e ammaliati, per poi lasciarsi travolgere dal corso degli eventi e dalla tenace ricerca di un significato a quanto il protagonista sta vivendo.

La storia prende il via il giorno in cui il narratore, Zeno Bizanti, acquista la sua prima casa. Autore di programmi televisivi che potremmo definire “spazzatura”, Bizanti viene licenziato proprio quando tenta per la prima volta di osare, andando al di là dei banali talk show o degli imbarazzanti reality. Evidentemente però l’onestà non paga e l’ormai ex autore si ritrova di punto in bianco disoccupato. L’acquisto immobiliare, programmato settimane prima, diventa quindi quasi il simbolo di un nuovo inizio, una sorta di catarsi per ripulirsi dallo scomodo passato. L’abitazione apparteneva all’eccentrico Eugenio Bisigato, guardiano notturno affetto da disposofobia, ossia un disturbo mentale caratterizzato dal bisogno ossessivo di accumulare oggetti. Bizanti infatti trova la prima sorpresa quando scopre che il seminterrato dell’immobile è stipato all’inverosimile da cianfrusaglie ed anticaglie di qualsiasi genere. Ma le bizzarrie per il nuovo proprietario non finiscono qui. Infatti non trascorrono che una manciata di giorni, prima che un’arzilla e simpatica vecchietta bussi alla porta di casa Bizanti, chiedendo del signor Bisigato. L’anziana signora ha ritrovato su di una panchina una moleskine, in cui viene espressamente indicato che in caso di smarrimento l’oggetto venga restituito ad Eugenio Bisigato. Il quaderno però è soltanto il primo di una serie di dieci e riporta la cronaca della scoperta di Uqbar, antica regione dell’Asia Minore. Come se non bastasse, altri due curiosi personaggi irrompono nei giorni successivi nella vita di Bizanti, entrambi con una copia della moleskine: un austero e distinto signore con l’hobby di fotografare fulmini e un giovane aspirante scrittore con la passione per Bukowski. Tutti e quattro insieme, aiutati anche dalla nipote di Bisigato e dal migliore amico di Bizanti, cercano di fare luce sul criptico operato dell’autore delle moleskine. La regione descritta nel quaderno è reale o è stata partorita dalla mente stravagante di Bisigato? E perché disperdere dieci moleskine identiche per tutta la città? Interrogativi che porteranno ad un’incessante ricerca di un mondo supplementare al nostro. Intanto l’immaginazione dei protagonisti (e dei lettori) galopperà verso lidi poco battuti, in un turbinio di ipotesi e fantasticherie.

Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno” è un libro sul potere della fantasia e sulla finzione che si mescola alla realtà, rendendola diversa e più affascinante rispetto a quanto i nostri occhi vedono. Un’ode alla forza del racconto, al talento di inventare storie che rapiscono e ipnotizzano, alla volontà di non accontentarsi di questo mondo ma di cercare costantemente qualcosa di differente, di magico  ed appassionante. Perché a volte ciò che ammiriamo attraverso le lenti dell’immaginazione è più vero della realtà stessa.

Voto: 4/5

Mr. P.