Edurne Portela – Meglio l’assenza

Titolo: Meglio l’assenza

Autore: Edurne Portela

Editore: Edizioni Lindau

Anno: 2019

Pagine: 288

Prezzo: € 19,00

“Le case sono un po’ come le persone. A mano a mano che invecchiano, lasciano esposta la struttura originaria, le cui tracce sono ancora riconoscibili malgrado i danni prodotti dal tempo. La casa di mia madre, dopo tutti questi anni, è sciupata e integra insieme. Come lei. Come me.”

Dopo svariati saggi e articoli accademici, “Meglio l’assenza” è l’esordio nella narrativa dell’autrice basca Edurne Portela. Un esordio intenso e spietato, inquieto e delicato, portato in Italia da Edizioni Lindau  nella loro collana di letteratura contemporanea. “Meglio l’assenza” è un’opera prima costellata di cicatrici e memorie, che intreccia in modo del tutto naturale le tormentate vicende famigliari della protagonista con il clima intriso di violenza dei Paesi Baschi degli anni ’80 e ’90: un tempo e un luogo in cui crescere può comportare ferite indelebili, capaci di marchiare a fuoco un’intera esistenza.

Protagonista e narratrice in prima persona, dapprima attraverso lo sguardo ingenuo dell’infanzia, poi ribelle dell’adolescenza e infine disilluso dell’età adulta, è Amaia Gorostiaga, la più piccola di quattro fratelli. L’intera vicenda abbraccia un arco temporale che va dalla fine degli anni ’70 agli inizi degli anni ’90, per poi riemergere con prepotenza nel 2009, con Amaia ormai donna che torna nel proprio paese natale dopo anni di assenza. Centro nevralgico del mondo di Amaia è la propria famiglia, in cui la solitudine e una violenza immotivata soffocano costantemente quel barlume di amore che fatica a emergere, nascosto da rabbia e frustrazione.
Amadeo, padre brutale e che sa esprimere le proprie emozioni soltanto attraverso maltrattamenti e soprusi, è il vero filo conduttore della regnatela di sentimenti che invadono senza sosta l’esistenza di Amaia. Il rapporto tra padre e figlia è un percorso tortuoso e pieno di angoli bui, espressione imperiosa dell’assenza del titolo. Amadeo infatti è invischiato in un reticolo di traffici poco chiari che lo legano, volente o nolente, all’ETA, l’organizzazione armata separatista di matrice terroristica che maggiormente ha incarnato la lotta per l’indipendenza del Paese Basco. Tutto ciò lo porta ad allontanarsi dalla propria famiglia, lasciando un vuoto incolmabile, che avrà ripercussioni tragiche sia sulla moglie che sui figli. Un’assenza che Amaia non perdona, nel tentativo disperato di scavare a fondo nella vita del padre e in tutti i segreti che ha sempre celato alla propria famiglia. Un passato oscuro e irto di difficoltà, che ossessionerà Amaia durante gli anni dell’adolescenza e si riaffaccerà in età adulta. Un passato di cui è a conoscenza soltanto la madre di Amaia, Elvira, donna fragile e legata al marito da una sorta di malsana dipendenza economica ed emotiva, troppo presa dai suoi demoni per potersi dedicare completamente alla crescita dei quattro figli. Così Amaia e i suoi tre fratelli cercano di sopravvivere ai tumulti della giovinezza, ognuno a modo suo, tra droghe, lotte armate e indifferenza. Qui torna in gioco la crudeltà dell’assenza di un padre, che quando è presente è capace solamente di ferire. Proprio questo porterà Amaia a preferire l’assenza, a scegliere di gettarsi in un vuoto distaccato anziché affrontare una presenza dispotica e rabbiosa.
La Portela è infine maestra nel dipingere un ritratto crudele e senza filtri dei Paesi Baschi negli anni della lotta per l’indipendenza, tratteggiando una società e un ambiente implacabili, che non si limitano a fare da sfondo alla vicenda di Amaia, ma sono parte integrante della vita della protagonista.

Meglio l’assenza” è un romanzo di formazione senza mezze misure, che entra in pieno petto, afferrando il lettore e scuotendolo con forza. Una lettura che non può lasciare indifferenti e che entra in modo viscerale nel cuore e nella mente di chi legge. Un piccolo gioiello che si addentra nei legami famigliari in maniera spietata e sensibile e, proprio per questo, incredibilmente vera.

Voto: 4,5/5

Mr. P.

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